Con un originale progetto di upcycling, Plasma Studio trasforma l’ex stazione della funivia sul Monte Elmo, sopra Sesto, sopra Sesto, nella regione delle 3 Cime / 3 Zinnen Dolomiti. La nuova Reinhold Messner Haus, aperta a tutti e dedicata alla montagna, alla cultura alpina e alla sostenibilità, è una struttura massiva intimamente connessa alla natura. • La visita alla Reinhold Messner Haus offre un’esperienza culturale, unica nel suo genere, lungo il percorso che penetra la struttura dell’edificio alternando spazi di meditazione e panorami spettacolari. • Il progetto di upcycling della vecchia stazione della funivia valorizza l’esistente recuperando materiali demoliti, come cemento e acciaio, per ottimizzare le risorse, rafforzare la memoria storica e dare nuova vita al nuovo istituto. • L’architettura di Plasma Studio integra la struttura con il paesaggio, modificando la topografia e stabilendo un nuovo equilibrio tra costruito e ambiente naturale. Il cemento massiccio, scolpito come roccia, sembra emergere dalla montagna, segnato da scalfitture e tracce d’uso che restituiscono la memoria di un passato ancora leggibile. Lo spazio interno si articola lungo un percorso in cui, come in un’archeologica forma di arte cinetica, affiorano elementi meccanici vivacemente colorati – pulegge, cavi, ingranaggi – ora immobili. La visita è un’ascesa fisica e educativa che culmina nell’emozione di un panorama spettacolare sulle Dolomiti. Gli ambienti della nuova Reinhold Messner Haus, progettata da Plasma Studio attraverso la rigenerazione della vecchia stazione della funivia che collega Sesto (Bolzano) al Monte Elmo, nella regione delle Tre Cime di Lavaredo, a circa 2.000 metri di altitudine, sono carichi di suggestione e restituiscono la percezione di un tempo sospeso. La Reinhold Messner Haus è una struttura educativa concepita come un luogo di riflessione sui valori fondamentali per l’esploratore: il rischio, la lentezza, il silenzio, la sostenibilità, il turismo e l’alpinismo. Questi temi si sostanziano nel progetto di recupero dell’edificio originario, già concepito per resistere a condizioni estreme, e ora rimodellato per intensificare il dialogo con la natura. Inserita nella roccia con una fisicità potente, la struttura trova nuova forza nell’intervento di rigenerazione, che la mette in relazione diretta con la topografia circostante. Il percorso immersivo suggerisce una nuova prospettiva sul turismo alpino: più consapevole, più lento, meno impattante. Il volume principale della vecchia stazione è stato alleggerito da numerose superfetazioni per far posto a un’ampia copertura che si configura come un paesaggio artificiale. L’ingresso allo spazio espositivo avviene attraverso un varco scavato nel cemento, che consente al visitatore di penetrare questa nuova orografia e accedere al foyer sottostante. Da qui inizia il percorso, che attraversa l’imponente vano dei contrappesi, alto 17 metri, oggi riconvertito in spazio di collegamento verticale. Il visitatore discende, immerso nell’estetica grezza e materica della costruzione originaria, fino ai vecchi magazzini, per poi risalire verso uno spazio luminoso, dove si apre per la prima volta la vista spettacolare sulle Dolomiti. L’area sottostante il vecchio accesso alle cabine è stata trasformata in un punto panoramico, dove una superficie flessuosa, modellata con i detriti delle demolizioni, conduce il visitatore verso una piattaforma protesa sul paesaggio. Il percorso ascendente culmina nella sala principale, dominata da una grande facciata inclinata che ricalca l’originaria struttura in acciaio della stazione e incornicia una vista spettacolare a 180 gradi sulle montagne. Da qui, l’itinerario prosegue attraverso le vecchie officine e i magazzini, fino a una piccola sala cinematografica, pensata anche per conferenze, prima di riconnettersi con il foyer attraversando gli spazi tecnici, ora parte integrante dell’esperienza. La nuova facciata vetrata e l’apertura trapezoidale della copertura, un tempo concepita per l’arrivo delle cabine, preservano il carattere infrastrutturale dell’edificio trasformandolo in un dispositivo di osservazione. Anche la piattaforma panoramica nell’area museale inferiore sottolinea questa relazione tra architettura e paesaggio, rafforzando la narrazione espositiva e educativa, in cui il patrimonio personale di Reinhold Messner entra in dialogo con l’immensità delle Dolomiti. Il progetto, commissionato da 3 Zinnen Spa, si confronta con la visione della montagna di Reinhold Messner, che va oltre l’alpinismo e richiama un equilibrio tra presenza umana e natura, tra memoria e trasformazione. In questo contesto, l’upcycling non è soltanto una strategia costruttiva, ma un modo per prolungare la vita del sito, mantenendone intatto il carattere. Mattoni e cemento demoliti sono reimpiegati per modellare il suolo dell’area inferiore; la lamiera originale viene riutilizzata come intradosso del nuovo sistema strutturale. Ne risulta un’architettura che non cancella la propria origine infrastrutturale, ma la integra nella narrazione espositiva. Plasma Studio, sotto la direzione di Ulla Hell, affronta il progetto con una sensibilità che coniuga ricerca architettonica e rispetto per il contesto. Lo studio, noto per la sua capacità di sperimentazione e di innovazione, esplora il rapporto tra architettura e paesaggio, lavorando con sistemi fluidi e dinamici. La Reinhold Messner Haus diventa un esempio concreto di questa metodologia: costruire il minimo indispensabile, valorizzare l’esistente e reinterpretarlo in chiave contemporanea. In un ecosistema fragile come quello delle Dolomiti, questa scelta è un atto progettuale che esprime una profonda responsabilità etica. L’intervento trasforma gli edifici tecnici di montagna, restituendo loro un nuovo ruolo che ne riconosce il valore storico e materiale, proiettandoli verso un futuro più consapevole.
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Realizzazione 2025
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SESTO
Tipologia
Ristrutturazione
CasaClima Standard - nessuna indicazione
Privato
Committente 3 Zinnen AG
Architettura / Progettazione
Studio Plasma StudioArch. HELL ULRIKE
Collaboratori:
Ulla Hell, Holger Kehne, Peter Pichler, Andrea Bellentani, Andrea Cubattoli, Niccolò Dal Farra, Carolina Forer
